Penitenti oriundi d’Assisi giunsero a Parma nei primi anni del 1200, stabilendosi in un prato limitrofo alla città, il Pratum Regium, destinato allo svolgimento di fiere religiose, gare militari e mercati. L’insediamento accompagnò le crescenti esigenze di nuova religiosità che si affermavano nella cultura laica in via di trasformazione, tali per cui l’attrazione tra frati e cittadini fu immediata e inevitabile. Presto, le comunità cittadine si assunsero gli oneri della costruzione della chiesa dove, i ceti più abbienti, scelsero di seppellire i loro morti. Mentre gli ordini monastici contribuivano al mantenimento della pace e alla gestione politica della città, le forze civiche garantivano loro protezione e sussistenza. La presenza dei frati permise di mediare il processo di allontanamento del popolo dalla chiesa, e i conventi divennero punto di riferimento a metà tra le parrocchie e le cattedrali, tra i centri di potere politico e quelli religiosi. Nel 1240 iniziò la costruzione dell’attuale chiesa di San Francesco del Prato, un progetto che nei decenni successivi fu ampliato, fino a raggiungere le dimensioni attuali.