E luce fu… Il monologo del solstizio d’estate

25 Giugno 2021
foto articolo E luce fu… Il monologo del solstizio d’estate

La luce filtra, lentamente, attraverso il rosone. Avanza lungo la navata lasciando dietro sé una scia inafferrabile. Alla fine del percorso, si rende visibile: a immagine e somiglianza del sole, disegna un cerchio infuocato che, scorrendo, illumina l’abside, mostrando ed ispirando bellezza. Mentre sfumano, in sottofondo, i canti gregoriani, una voce – calda, sognante – parla di luce in un monologo emozionale che, con dolcezza, recita così:

“C’è una forza misteriosa nella luce.
Una forza che ha il potere di esistere, nonostante l’assenza di materia.
La luce non invecchia, non cambia, non muore.
Niente può raggiungerla, perché per una legge dell’universo, sarà sempre un passo avanti a te.

La luce non ha forma, ma mostra la forma di ciò che incontra.
Per questo, forse, ha il potere di farti vedere la strada.
Può mostrarti i colori di quel fiore straordinario; o del cielo, e dei suoi infiniti azzurri. Ma può anche farti scoprire quello che si nasconde nel buio, la polvere che si deposita sulla tua coscienza, il degrado delle cose di cui non ti prendi cura.

Può mostrarti dove finisce l’amore e dove inizia l’egoismo.
I numerosi inganni che si celano dietro alle migliori intenzioni.
Può mostrarti tutti i “te stessi” che non vuoi vedere. Quelli che agiscono indisturbati, nell’ombra. Che piegano gli altri alla propria volontà; che costruiscono prigioni, e non lo sanno.

Può illuminare le ferite che nascondi nel cuore, quelle che cercano un riscatto, per tutta la vita. Perché forse mai, ti sei sentito amato.
Ma la luce ti mostra invece che l’amore è in tutte le cose. Soprattutto là, dove non riesci a vederlo.
È nell’offesa che ha scalfito le tue certezze. In quella crepa aperta sul tuo muro portante. È nel crollo della rigidità del tuo mondo, nel rinnovarsi della fragilità dell’esistenza.

L’amore era lì quando hai rotto le righe, quando hai sentito per la prima volta il bisogno di essere autentico. Quando sei tornato bambino, anche se per un solo istante. E hai capito che avevi ragione quando vedevi la bellezza in tutte le cose.

L’amore è ciò che ha distrutto i criteri con cui definivi il mondo, che ha allargato i tuoi orizzonti e ti ha mostrato l’infinito. Che ti ha raccolto quando eri solo. Che ha asciugato le tue lacrime, ma non ha nascosto le tue ferite: perché tu potessi vederle. E capire quanto peso hanno avuto nella tua vita. Quante scelte hai fatto a causa loro, e se mai sei stato davvero libero di scegliere.

La luce può mostrarti l’altra faccia delle cose, illuminare il tuo percorso, come fa oggi con questa navata. E farti capire che l’esistenza non è altro che un lungo cammino di ritorno: verso la tua anima, scintilla di luce eterna. Quella che non invecchia, non cambia, non muore. E che per una legge dell’universo, sta sempre un passo avanti a te.

No, non puoi raggiungerla in questo momento. Ma puoi decidere se continuare a seguirla, se essere disposto a vedere chiaramente ciò che si nasconde nel tuo buio, nei cassetti chiusi, negli intonaci grigi che hanno deturpato la bellezza. Puoi decidere se trasformare ogni giorno i tuoi sì in veri sì e i tuoi no in veri no, se smettere di raccontarti bugie. Puoi imparare a vedere cosa si nasconde in te, prima di notare le mancanze degli altri. E ad amare, senza ricevere nulla in cambio. Per trasformare ogni giorno l’ombra in luce, e fare della tua vita il primo grande miracolo che tu abbia mai visto.

E Dio disse “Sia luce” e luce fu.”

Testo di Rossella Carboni

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